Trine Søndergaard, nata nel 1972, è un’artista visiva e fotografa danese. Vive e lavora a Copenaghen.
Il suo lavoro lavoro è caratterizzato da una precisione e una sensibilità che coesistono con un’indagine sul mezzo fotografico, i suoi confini e ciò che costituisce un’immagine.
Le sue immagini sono apprezzate per l’intensificazione visiva della nostra percezione della realtà.
Le è stato assegnato il premio Albert Renger-Patzsch e ha ricevuto numerose borse di studio. Le sue opere sono state esposte in mostre personali e collettive in tutto il mondo. Ha pubblicato diversi libri e ha esposto in collaborazione con l’artista danese Nicolai Howalt.
Trine è rappresentata dalla Martin Asbæk Gallery di Copenaghen e dalla Bruce Silverstein Gallery di New York.
Denmark in Transition, 2008-2010

L’idea che sta alla base dei numerosi progetti di riabilitazione della natura è che essi devono essere liberi di svolgere un ruolo positivo nel panorama danesi. Per secoli sono stati gravati dall’agricoltura, ma ora sono pronti a tornare alla natura.
Per questa serie la fotografa ha immortalato progetti di riabilitazione della natura per tutta la Danimarca.

Tra questi c’è la foresta occidentale.
Dal 1967, la Danish Forest and Nature Agency acquista aree a ovest di Copenaghen, ex fattorie e vivai, per piantare foreste. Una delle immagini mostra un edificio abbandonato. Il tetto è ricoperto di vegetazione e si fonde praticamente con l’ambiente verde circostante.


How to Hunt
Nella serie paesaggistica How to Hunt, una collaborazione tra Trine Søndergaard e Nicolai Howalt, l’attenzione è rivolta alla caccia in Danimarca.
Più che alla caccia, l’artista, come nel progetto precedente, è più interessata al cambiamento dei paesaggi.
Il progetto riguarda anche il tempo, le immagini di un rimboschimento vicino a Gundsømagle rende visibile il ruolo svolto dal futuro.

La caccia oggi può essere vista come un’esecuzione ritualizzata di qualcosa che una volta era un bisogno umano fondamentale. È anche un tema classico della storia dell’arte, dalle pitture rupestri al Rinascimento.
Volevamo individuare questo tema storico in un contesto moderno, dove – almeno nell’occidente postindustriale benestante – può essere visto come un simbolo di “bella vita” e il desiderio di un qualche tipo di rapporto autentico con la natura.

Non ci sono fotografie crude, con presenza di sangue, sono immagini estetizzate della caccia.

Fonti:
Sito dell’artista
www.artnet.com
www.artsy.net
www.jacksonfineart.com
martinasbaek.com